Una cotta al profumo di Cupcakes

Ogni mattina, non appena aprivo gli occhi, dedicavo cinque minuti a contemplare il soffitto, memorizzandone ogni piccola crepa ed ogni imperfezione. Secondo nonno Edward questo era un buon metodo per risvegliare il cervello nel modo meno traumatico possibile. Dovevo ammettere che aveva ragione, mai dubitare dei vecchi rimedi dei nonni! Dopo aver svolto quel "bizzarro" rituale, mi alzai dal letto stiracchiandomi come un gatto, e feci una doccia. Non è possibile! esclamai guardando con orrore il mio corpo. Da quanto non mi facevo la ceretta?! Sembravo una donna di Neanderthal e per giunta una di quelle più pelose. Una cosa del genere alle Hawaii non era ammissibile! Se le Barbie avessero avuto i peli nelle gambe, ora noi donne non avremmo tutti questi problemi brontolai mentre tagliavo "l'erba" con i miei attrezzi botanici: schiuma da barba di Danno e rasoio. Una volta asciugata, mi infilai un paio di pantaloni della tuta ed una maglietta poi uscii dalla stanza. In punta di piedi, per non fare rumore e quindi svegliare tutta la famiglia, mi diressi in cucina con una strana voglia di cucinare qualcosa di dolce. D'accordo ho detto una piccola ed innocente bugia...avevo già in mente da ieri sera di farlo ed anche a chi dare i risultati del mio lavoro, nel caso vi fossero stati esiti positivi naturalmente. Il destinatario dei miei dolcetti d'accordo che aveva uno stomaco d'acciaio (o almeno così doveva essere così visto il tipo di piatti ed intrugli strani, come caffè mescolato col burro, che ingurgitava). Il silenzio regnava sovrano perciò questo significava che tutti stavano ancora dormendo profondamente. “Molto bene, vorrà dire che ho campo libero per almeno un' oretta” pensai soddisfatta, mentre finalmente entravo in cucina. Chiusi la porta, mi legai i lunghi capelli con un elastico che portavo sempre al polso, indossai il grembiule di mamma poi cominciai a preparare il materiale. Oggi avrei fatto i cupcake. Dopo aver controllato di avere tutto il necessario a portata di mano ed aver mandato il buongiorno a Danno, iniziai. Per prima cosa mescolai, in una ciotola di plastica arancione, la farina setacciata, lo zucchero ed il lievito. Dopo di che, a parte, mescolai il latte con le uova, il burro fuso e l’essenza di vaniglia. Quasi da abitudine, non appena svitai il tappo, annusai la piccola boccetta restando affascinata da quel profumo dolce ed intenso. A quel punto punto unii i due composti e gli amalgamai mescolando, con delicatezza, fino a quando il composto ottenuto non venne liscio e omogeneo. Credo sia scontato dire che infilai un dito in quella specie di crema ed assaggiai concentrata. Ci voleva un pizzico di sale che non tardai ad aggiungere Ora è perfetto! approvai. Adesso ci sarebbe stata la parte più dura ovvero riempire per tre quarti, con il composto, i pirottini senza fare disastri. Ovviamente fallii nel mio intento di fare un lavoro pulito e feci un macello su tutto il piano. Se mamma avesse visto tutto quel caos avrebbe dato di matto, al contrario di Danno. Infornai i miei cupcakes a 180°C per circa 12-15 minuti poi li sfornai e lasciai raffreddare. Modestamente avevano un aspetto delizioso. Nel frattempo feci amalgamare per bene lo zucchero a velo, il latte, burro ed essenza di vaniglia rimasti cercando di ottenere una crema il più possibile liscia e priva di grumi. Dovevano essere carini e dolci come coniglietti o sarebbero finiti nel cestino dell'umido! Quando fu pronta, la disposi sui cupcake aiutandomi con un saca a poche che avevo comperato poco tempo fa. Ce l'avevo fatta! Decorai, infine, ogni dolcetto sulla sommità con zuccherini colorati, granella di nocciola, di pistacchio, gocce di cioccolato o quello che più mi aggradava. Erano venuti proprio come li avevo immaginati! Lavai tutte le pentole ed utensili usati, il piano di lavoro e le mani poi andai a cambiarmi. Infilai una canotta blu notte, un cardigan bianco ed un paio di shorts scuri. Potevo andare, carina e sportiva! Contornai gli occhi con la matita nera, riuscendo miracolosamente a non sembrare Rocky Balboa al terzo match, e del burro cacao poi spruzzai il profumo preferito di mamma. I capelli li asciugai e lasciai leggermente mossi poi salii in bicicletta mettendo nel cestino il mio portafoglio, chiavi, cellulare e scatola con i dolcetti. Dovevo ringraziare tutte le partite di Tetris per essere riuscita a farci stare tutto. Sorrisi ed iniziai a pedalare senza alcuna fretta, godendomi la brezza marina, il paesaggio hawaiano ed il fresco venticello mattutino, finché non arrivai a casa di zio Steve. A quel punto, usando la stessa mossa atletica che usavano tutte le vecchiette, scesi dalla bicicletta e parcheggiai al solito posto poi, dopo aver preso tutte le mie cose ed i cupcake, suonai il suo campanello.

Secondo lo psichiatra Willy Pasini, di cui stavo leggendo tutti i libri per vedere se riuscivo ad imparare qualcosina riguardo alle relazioni amorose, nell’impresa della seduzione tutto o quasi era ammesso: dai tatuaggi al ballo, dai profumi agli espedienti più astuti. Quindi anche i miei cupcakes erano compresi giusto? In fin dei conti i maschi andavano presi "per la gola" (alcuni anche nel senso letterale del termine) e lo zio Steve mi sembrava uno di quegli uomini che "apprezzavano" la cucina. A proposito dove si era cacciato?! Uffa proprio oggi, che avevo le mani piene di cose, ci doveva mettere tanto ad aprire?! Aspettate...e se fosse stato impegnato con una donna?! Cavolo non avevo preso in considerazione questa opportunità! Certo non c'erano altre macchine, a parte il suo pick up, quindi in teoria era solo ma...il Seal poteva benissimo aver accompagnato a casa sua la donna fortunata, dopo l'appuntamento, e magari riportarla a lavoro il giorno seguente. Dopo aver passato tutta la notte insieme a fare...al solo pensiero sentii una strana sensazione di invidia ed insicurezza oltre che di gelosia. Lo so, sembravo una sciocchina a provare una cosa del genere ma...la mia paura più grande era quella che arrivasse qualcuno migliore di me e portasse via le persone che amavo. Niente pensieri tristi ora Grace! mi dissi cercando di sorridere. Ormai stavo per attraversare il suo giardino al fine di vedere se Steve stava nuotando nell'oceano, quando la porta d'ingresso si aprì e per poco non mi cadde la mascella. Il Navy Seal aveva addosso solamente il costume, che a mio parere aderiva in modo interessante al suo corpo perfetto, e scalzo. Dei hawaiani quanto era bello...alto, muscoloso, con i capelli corti scuri un po' spettinati, la barba incolta da gran figo e con quegli occhi, blu scuro, magnetici. Il viso dello zio, non appena mi vide, si illuminò con un sorriso un po' sorpreso. In effetti forse era un tantino presto ma la voglia di vederlo mi aveva reso così impaziente che avevo deciso di partire lo stesso. -Grace!Cosa ci fai qui a quest'ora? domandò giustamente è successo qualcosa?- chiese ancora. D'accordo era il momento di riattivare i neuroni che si erano incantati a contemplare la sua bellezza. Ciao zio Steve come stai? Mi sei mancato tanto mi sollevai sulle punte dandogli un bacio nella guancia, respirando il suo profumo, poi gli porsi il sacchettino Va tutto bene non ti preoccupare, ho cucinato dei cupcakes apposta per te con tutto il mio amore..spero che siano buoni sorrisi ed inclinai appena la testa facendo quel sorriso a cui Danno non sapeva resistere sentendo il cuore martellarmi nel petto ecco...mi chiedevo se avevi qualche minuto da dedicarmi...perché...ci sarebbero un paio di cose di cui vorrei parlarti.

Una parola delicata, uno sguardo gentile ed un sorriso dolce secondo me potevano plasmare meraviglie e compiere miracoli. In altre parole quando facevo l'espressione da coniglietto indifeso e coccoloso, il più delle volte, riuscivo ad ottenere quello che volevo senza particolari difficoltà. Quando apparve sulla porta lo zio Steve, in tutto il suo selvaggio splendore, dapprima lo salutai affettuosamente poi ,dopo avergli spiegato il motivo (di copertura) della mia visita, gli diedi i miei cupcakes vedendolo rilassarsi leggermente. In effetti, una persona normale, sarebbe andata verso le dieci del mattino a portare i dolcetti e non certo alle sette!-Hai avuto davvero un pensiero carino -disse mentre prendeva il sacchetto. Evviva ero riuscita nel mio intento di rendermi ancora più carina e coccolosa ai suoi meravigliosi occhi blu come l'oceano hawaiano! Grace piantala o farai venire il diabete a Winnie the Pooh mi sgridó la parte più razionale del mio cervello Ti stai solamente mettendo nei guai per l'ennesima volta,lascia perdere. La voce della mia coscienza sembrò, sinistramente, quella di Danno. Pure dentro la mia testa doveva rompere? Tornando a noi, ed a quello che stavo accadendo nella vita reale, stavo per dire a Steve qualche tipica frase sul tema "Grazie è solo un pensiero per il mio zio preferito" oppure "li ho fatti a tutte le persone che amo" quando lo sentii dire- ma. Che cos'era quel ma?! Il sangue mi si ghiacció nelle vene e lo stomaco si annodò in una morsa di ferro. E se avesse avuto davvero una donna in casa? Magari sotto la doccia oppure a letto per un secondo giro di...beh avete capito, non serve certo un disegnino...oppure stava per andare a lavoro e l'avevo disturbato! non era necessario che venissi così presto -aggiunse. Oh...tutto qui? vedi cosa vuol dire fasciarsi la testa prima del tempo Gracie? Ed ora cosa dire? Non mi sembrava la scelta migliore dirgli che restare a letto, contorcendomi fra le lenzuola come un anguilla agitata, era leggermente stressante. In effetti hai ragione zio Steve solo che avevo voglia di sfruttare le uniche ore dove non si muore di caldo Lo so, faceva davvero schifo come scusa ma non mi era venuto in mente niente altro. -ecco...mi chiedevo se avevi qualche minuto da dedicarmi...perché...ci sarebbero un paio di cose di cui vorrei parlarti ed un infarto da farti prendere ma sono solo dettagli. Lo zio mi guardò per qualche secondo, facendomi arrossire. Oddio e se avevo un brufolo enorme in volto oppure qualcosa di nero incastrato tra i denti?! In teoria me li ero lavati per bene quindi non doveva esserci nulla...ma a questo punto mi venne un dubbio.
Steve ad ogni modo annuì e mi fece segno di entrare nella sua bella casa. Quando varcai la soglia della sua entrata, egli chiuse la porta dietro me. Ora eravamo soli soletti e nessuno avrebbe potuto disturbarci- vieni - mi invitò mentre si dirigeva in cucina. Grazie zio e...permesso mormorai. Durante il tragitto osservai il suo sedere sodo, fasciato dai pantaloni corti, e la schiena muscolosa che dava un enorme senso di protezione. Quando ero piccola, a volte, mi accoccolavo nel divano fra lui e Danno sentendomi al sicuro da tutti i mostri cattivi che minacciavano di mangiarmi. Steve si sedette dopo aver poggiato il sacchetto sul tavolo poi ovviamente domandò- dimmi... sono tutto orecchi. Dovete sapere che mi ero preparata un discorso bellissimo da dirgli tenendogli la mano. Le parole erano state scelte con cura,passione, amore ed ora...non ricordavo nemmeno come mi chiamavo. Grazie al cielo la coscienza venne in mio aiuto Stai calma e respira Grace...Ora ripeti insieme a me. Sono venuta qui da te... deglutii e dissi senza riuscire a guardarlo negli occhi Sono venuta qui da te... cosa mi avrebbe suggerito la coscienza ora? perché mi sono resa conto da tempo che ti sto guardando con occhi diversi perché mi sono resa conto da tempo che... potevo farcela Danno mi sta nascondendo qualcosa e non è da lui. Scusatemi ma all'ultimo mi era mancato il coraggio!

Non puoi possederlo ma puoi usarlo.
Non puoi conservarlo ma puoi spenderlo.
Una volta che l’hai perso non puoi più averlo indietro.
Che cos'è?


Perché alcuni di noi erano disposti a fare l’esatto contrario rispetto a ciò che l’istinto di sopravvivenza suggeriva, come lanciarsi in caduta libera da 40.000 metri di altezza, affrontare un serpente velenoso a mani nude, scalare una parete verticale a mani nude, guardare un film con i proprio genitori consapevoli che ci sarebbero state scene calde o dichiararsi al miglior amico del proprio padre? Da dove nasceva e che cosa era il coraggio? Sono venuta qui da te... -feci una piccola pausa raccogliendo tutta la forza interiore necessaria per dire"perché mi sono resa conto da tempo che ti sto guardando con occhi diversi ". Era solo una frase da dire, potevo farcela! -perché mi sono resa conto da tempo che... Danno mi sta nascondendo qualcosa e non è da lui - Non dite una parola, avrei voluto sbattermi la testa contro il tavolo in quel momento. Ma non potevo perché se no avrei dovuto spiegargli, dopo la ripresa di una commozione cranica, la motivazione del mio gesto ed eravamo sempre lì. Steve sollevò appena le sopracciglia - Ti nasconde qualcosa?-domandò quasi sorpreso ed io mi limitai ad annuire. Sì che aveva creato una figlia stupida. Già avevo poco tempo e lo stavo per di più sprecando in questo modo! -Grace, non credo che ti stia nascondendo qualcosa - continuò lo zio cercando di rassicurarmi su qualcosa che avevo appena usato come diversivo per la mia vigliaccheria -forse è solo preso dal lavoro, sai abbiamo un paio di casi importanti - spiegò. Ora toccava a me parlare, lo sapevo ma cosa avrei potuto dire a questo punto? Aaaaah perché nessuno mi poteva aiutare in questo momento?! All'improvviso sentii la mia bocca dire, approfittando della confusione dentro il mio povero cervellino Danno ha dei segreti con me ed io voglio scoprire di cosa si tratta...a costo di chiedere a te fu allora che capii dove vollero arrivare le mie parole così, con un moto di speranza, continuai questo il problema dei segreti. Se non sai che esistono, non ti infastidiscono. Ma se ti porgono un capo del filo, non puoi fare a meno di tirarlo. mi umettai le labbra e gli presi la mano cercando di ignorare la tachicardia sforzandomi di guardarlo negli occhi Ho anche io un segreto che mi pesa parecchio nel cuore... forza,forza,forza mi sono resa conto da tempo che ti sto guardando con occhi diversi Steve e...credo di essermi innamorata di te

Il tempo che dedichiamo a chi amiamo.

Se c’è il 50% di probabilità che qualcosa può andare storto, allora nove volte su dieci sarebbe successo. Questa non era solo una legge di Murphy ma pure una verità alla quale nessuno sarebbe mai potuto sfuggire. Come avevo potuto, anche solo vagamente, immaginare che zio Steve mi avesse risposto con qualcosa di diverso da "Gracie ... credo che tu non sia innamorata di me... ma che provi affetto? Tutto questo, come non bastasse già la vergogna, pronunciato fissandomi con la stessa espressione di chi stava osservando uno, strano, insetto. Ed ora che cosa potevo fare per togliermi da quella situazione, così imbarazzante, senza perdere quella poca dignità rimasta?! Deglutii il nodo alla gola poi dissi sforzandomi di curvare le labbra in un sorriso C-Ci sei cascato zio! E-Era uno...uno scherzetto a...a prova di Seal lo so, questa bugia era poco credibile e davvero penosa, ma non mi venne in mente niente di meglio. Il mio cervello sembrava essere più in difficoltà, del solito, a proporre qualcosa di intelligente da dire o fare Non piangere,non piangere,non piangere! Avrai tempo per farlo dopo quello mi implorai mentalmente. Dato che il piano A era, miseramente, fallito avrei dovuto passare al B soprannominato anche "piano di fuga". Deglutii, guardandomi le ginocchia sbucciate, perché in quel momento incrociare il suo sguardo sarebbe stato troppo per me, poi mi alzai quasi di scatto Immagino che sia rimasta anche troppo zio, visto che devi uscire! Non vorrai fare tardi! quel piccolo, inizialmente seccante, dettaglio ora stava risultando una benedizione hawaiana. Infilai il cellulare e le chiavi nelle tasche poi dissi osservandolo leggermente al di sopra delle sopracciglia, per non sembrare pure maleducata Allora ehm....ci si vede zio gli diedi un bacio nella guancia poi mi diressi, velocemente, verso la porta sperando in una scena da telefilm. Ad esempio che lo zio mi afferrasse per il braccio e mi stringesse a sé oppure...che mi baciasse contro lo stipite della porta, fregandosene dell'amore proibito appena nato, o...che la sveglia suonasse consolandomi che tutto questo era solo un incubo generato dalla mia testolina.